LT 221

La storia

Il rimorchiatore americano LT 221 prende nome dalla sigla Lts - Longer Tugs (rimorchiatori di grande lunghezza), cioè di dimensioni superiori ai 92 piedi. Questi dovevano distinguersi dai STs o Smaller Tugs (piccoli rimorchiatori) cioè quelli compresi tra i 55 e 92 piedi. Queste navi erano di supporto alle grosse imbarcazioni cargo durante le operazioni di manovra nei porti, ma vennero utilizzate in ampia scale durante il secondo conflitto mondiale, sia nel Pacifico che nell’Atlantico e Mediterraneo. LT 221 venne costruito nel 1943 dalla Marietta Mfg. nel porto di Pleasant nel West Virginia - USA. Vennero costruiti nello stesso cantiere i numeri da 217 al 231. Era lungo 149 piedi, largo 33 e alto 19, e spinto da un motore da 1200 Hp. L’affondamento dell’LT221 è probabilmente da attribuirsi ad un impatto con una mina dislocata nel Golfo di Cagliari.

Descrizione

Si scende tenendosi bene al cavo guida che ci porta direttamente sulla nave. A 6 metri ricordiamoci di dare un’ultima controllata al bombolino di emergenza che ci garantirà l’aria per una eventuale sosta di decompressione. Giunti a pochi metri dalla nave si scorge che questa è suddiviso in due parti avendo preso una mina nella parte centrale dello scafo. La prua risulta staccata di alcuni metri dalla parte poppiera ed ha un’angolazione, secondo l’asse dell’elica di ca. 20°. Talvolta la visibilità è scarsa in quanto siamo in mare aperto, ben esposti al libeccio ed in vicinanza delle rotte commerciali del porto di Cagliari. Per fortuna la visibilità aumenta vicino al fondo. La nostra cima è legata sul fianco nella parte poppiera vicino alla sigla di riconoscimento della nave. Andiamo a vedere l’elica sul fondo che ha due pale insabbiate. Aggiriamo la poppa lasciandola alla nostra sinistra, compare la coperta con le sovrastrutture ormai collassate sul ponte e sulla sabbia. Sul fondo un pennone e tutt’intorno lamiere e pezzi di rete abbandonate, siamo a –50 metri. Risaliamo un po’ ed iniziamo a girare intorno allo spezzone di prua. Un cannoncino a difesa della plancia ha lo snodo ancora intatto facendolo oscillare ripetutamente. Una grossa rete ostruisce la porta di accesso alla plancia di comando, ma dalla finestra senza più il vetro possiamo affacciarci all’interno ed osservare dove un tempo c’era la ruota del timone ed il telegrafo di macchine. Torniamo indietro pinneggiando sospesi a mezz’acqua nel breve tratto che separa la prua dalla poppa, dando uno sguardo al ventre di lamiere contorte del relitto. Riconquistiamo la cima guida e risaliamo, la sosta di decompressione ci attende.

Arrivederci LT !

Scheda  Immersione